Monday, April 22, 2013

Gjirokaster Info, Foto Albania Tour Balcani 2011_10


Albania, Tour Balcani 2011_09



Info e Foto Viaggio in Albania - Tour Balcani Occidentali 2011


del 10° giorno 13-07-2011 - Dopo le 6:30, lasciato l'hotel, sono in viaggio per visitare la città di Gjirokaster che dista 61 km da Permet (albanese Përmet oppure Përmeti). [mappa]

Nella foto la moschea di Permet e la "Pietra della Città" (albanese Guri i Qytetit) una grande roccia da cui Premt si gettò per non cadere in mano ai nemici. Da questa leggenda della tradizione orale si origina il toponimo della città di Permet.


Questa eroicità del vinto l'ho ritrovata anche nel nord dell'Albania (albanese: Shqipëria letteralmente Paese delle Aquile), non mito ne leggenda ma storia vera. La cittadina di Bajaram Curry prende il nome dall'eroe della indipendenza albanese che si suicidò per non arrendersi al nemico ed aver salva la vita.

A Kelcyre (albanese Këlcyrë oppure Këlcyra) mi fermo a rifornirmi di benzina e prendere un caffè nel moderno bar del distributore. Il gestore, che parla italiano, oltre che simpatico sarà anche generoso e mi omaggia il caffè.

Nei pressi di Dragot transito su un ponte di ferro - nella foto - che precede di circa 6 chilometri l'innesto sulla strada che, proveniente da Tepelene (albanese Tepelenë oppure Tepelena), conduce a Gjirokastra copiando il corso del fiume Drinos oppure Drino, un affluente del fiume Vjosa.



lake of Viroit Natural Park in Gjirokaster, Albania
Prima di arrivare a Gjirokastra, si incontra il Lago Viroi (albanese Liqeni i Viroit) una interessante area umida alimentata da una sorgente sotterranea e ricoperta da frassini, salici piangenti e vegetazione acquatica.

Nel 1982 ha acquisito lo status di monumento della natura.





Gjirokaster: house ottoman style in old village, Albania
Dopo qualche chilometro entro a Gjirokaster (albanese Gjirokastër oppure Gjirokastra - italiano Argirocastro) 25.000 abitanti.

L'affascinante architettura in stile ottomano di abitazioni e ville, dai tetti in pietra d'ardesia, dalle finestre in legno e dalle pareti in pietra imbiancate a calce si integra perfettamente con il paesaggio, che fin qui si è rivelato suggestivo creando l'atmosfera di un borgo medievale.

La città, che sorge su una collinetta di 300 m. s.l.m., è la più importante dell'Albania meridionale. E' stata dichiarata patrimonio mondiale dall'UNESCO ed è anche nota come "la città di pietra" dal titolo di un libro di Ismail Kadare - scrittore, poeta e saggista pluri-candidato al premio Nobel nato a Gjirokaster - che la definisce anche la città più ripida del mondo e nel quale narra le vicende dell'occupazione italiana, greca e tedesca durante la seconda guerra mondiale.


Clock Tower of the Gjirokaster Citadel, Albania
La cittadella fortificata domina il borgo antico e la valle del fiume.

Salendo a piedi per raggiungere il Castello (albanese Kalaja e Gjirokastres) vi renderete conto del perchè la città di Gjirokastra è anche nota come "la città dei mille gradini".

In cima al Castello oltre alla Torre dell'Orologio (albanese Kulla e Sahatit) si trovano le carceri che durante il regime comunista, ma anche in epoche precedenti, ospitarono numerosi prigionieri politici.

Enver Hoxha, il tristemente noto leader comunista del Partito del Lavoro d'Albania nacque qui.

Anche tra le pietre di questa cittadella si perpetua un epico racconto di una leggendaria eroina vinta: Argyro, principessa di Argirocastro, per non cadere in mano ai turchi si gettò da una torre del castello.


Clock Tower of the Gjirokaster Citadel, Albania
Entro nel castello dall'ingresso settentrionale - 200 lek - che nella galleria principale ospita una lugubre esposizione di carri armati (tra questi anche un piccolo Fiat ed uno Perugina :-) oltre al Museo Nazionale delle Armi.

Uscendo dal castello sulla corte interna, in fondo si scorge la Torre dell'Orologio che è una struttura che fu aggiunta da Alì Pascià di Tepeleni - conosciuto anche come "il Leone di Giannina" - che la conquista nel 1811 e crea nei Balcani sud-occidentali un proprio feudo semi-indipendente dall'Impero Ottomano.












Ogni quattro anni nel Castello di Gjirokaster - sotto l'emi-cupola in fotografia - si svolge il Festival del Folklore Albanese (albanese: Festivali Folklorik Kombëtar) con oltre 1.000 artisti provenienti da Albania, Kosovo, Macedonia, Serbia, Italia, Germania, Svizzera e Stati Uniti.

Uno dei punti forti di questo festival è lo stile iso-polifonico del canto popolare albanese scelto dall'UNESCO come "patrimonio culturale immateriale".

Nella foto una inquadratura che sottolinea la natura de "la città di pietra" e che fa scrivere ad Ismail Kadare nell'omonimo libro "chi inciampa sulle pietre della strada rotola su un tetto di una casa".

Sono già le 11:00, ancora qualche foto e poi decido di riparami dal sole e da una temperatura veramente elevata.

Ridisceso al borgo vecchio compro un po' di frutta ed acqua fresca in una botteguccia servita da un simpatico omone ma mi vengono richiesti 2600 lek!!! Molti albanesi, i più anziani, esprimono i prezzi riferendosi al precedente sistema monetario, al vecchio lek, al “lek pesante”. Solitamente se anche doveste pagare quanto richiesto vedrete che si faranno una bella risata e vi restituiranno correttamente quanto dovuto: pago con 260 leke (albanese lekë che è il plurale di lek).
Avere l'albergo a Permeti è un handicap, tornare non è la soluzione ottimale ma aspettare un'orario decente per riprendere la visita al centro storico non si rivelerà migliore anche perchè la temperatura è prossima ai 40°.

Scendo ancora più a valle dove si è espansa la città e mi riparo in un chiosco con un giardino sulla strada principale vicino all'ospedale ed allo stadio di calcio. Per ingannare l'attesa leggo la documentazione relativa a Gjirokastra, mangio un gelato e bevo un the fresco.

A metà giornata le statistiche del GPS segnano 00 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi coperti in 00:00:00.

Sono le 14:40 e sarà dura arrivare alle 17.00: soffia un flebile vento caldo, a tratti caldissimo. Mangio un altro gelato, mi disseto con un'altra bibita e mi avventuro, indotte da un principio di insolazione, in elucubrazioni cerebrali che annoto sul palmare per rileggerle quando mi sarò ripreso e rinsavito.

Pagando le consumazioni - un gelato 150 leke e 100 leke la bevanda - rifletto quanto costi poco mangiare in Albania e come impegni molto un ristoratore; al chioschetto vendendo un gelato confezionato ed una bibita applicano una tariffa pari ad una portata economica di un ristorante comune.

Uno delle cose più sgradevoli dell'Albania è la spazzatura: la campagna, le aree periferiche sono immondezzai; la civiltà contadina non conosceva la spazzatura perché non ne produceva e quindi non ha comportamenti adeguati, ma è così anche da noi - nell'Italia meridionale - dopo più di un secolo di civiltà industriale e di spazzatura. Mi sovviene alla mente che in Albania sto soffrendo un po' la mancanza del WiFi. Persino a Berat, nell'eccezionale Hotel Mangalemi che pur vantava la connessione wireless in camera sono riuscito a connettermi solo una volta.

Faccio amicizia con Aurelio, il giovane titolare del chiosco, che parla bene l'italiano pur non essendo mai stato in Italia: lo ha appreso guardando (ascoltando :-) la televisione italiana. Non ho parole, sono incredulo ed ammirato, e la qual cosa, come avrò modo di constatare nel mio viaggio, è parecchio diffusa sopratutto tra le donne più giovani e le ragazze. Sarà piacevole conversare con Aurelio che tra l'altro conosce bene la storia di Argirocastro.

Gli albanesi sono un popolo che ha un futuro. La popolazione, tra le più giovani d'Europa, è intraprendente e positiva: la necessità aguzza l'ingegno e moltiplica le energie. Gli auguro che capiscano l'importanza della classe politica nel loro futuro e che sappiano promuoverla e controllarla dal basso: che guardino con attenzione all'Italia - con la Germania una delle nazione con la popolazione più vecchia d'Europa - e sapranno come comportarsi per evitare le nostra odierne e gravi problematiche.

Teqe Mosque And Tower Clock in Gjirokaster, Albania
La macchina è stata al sole: nell'entrarvi credo di aver provato le stesse sensazioni di un povero pollo nel girarrosto (ma il pollo è cadavere :-).

Alle 16:30 riparto per immergermi nuovamente per le ripide stradine del borgo antico.

Nella foto la Moschea Teqe (albanese: Xhamia e Teqes) ed a sfondo il Castello e, all'estremità dello sperone, la Torre dell'Orologio.

Mentre scatto queste immagini vengo invitato dai coniugi che gestiscono la Kotoni House a visitarla.

Entrambi simpatici, i coniugi Kotoni mi offrono un caffè alla turca ed intavoliamo un breve dialogo soprattutto grazie alla signora che conosce un po' di italiano.

La villa ottomana che ha tre secoli, è molto bella e con una bellissima vista: è quella che è visibile nella fotografia successiva.

Gjirokaster "City of Stone", Albania
Nella fotografia si vede un tipico acciottolato in pietra e si intuisce l'eccezionale pendenza delle stradine di Gjirokaster. Sullo sfondo la monumentale villa ottomana del B&B Kotoni.

Mentre mi aggiro per le vie principali comprerò un volatile intagliato su una piccola lastra di grigia ardesia.

Argirocastro vantava una lunga e gloriosa tradizione di intagliatori di legno e pietra che si è andata rarefacendo ma che oggi il turismo sta facendo rivivere.










Clock Tower and Albanian Flag on the Gjirokaster Castle, Albania
Sul finire della serata ritornerò alla Cittadella.

Nell'immagine la Torre dell'Orologio, la rossa bandiera della Repubblica d'Albania e le montagne.

Riprendo la strada del ritorno per Permet. Arrivato consumerò la cena al Ristorante Antigonea e poi in rientrerò nella mia camera d'albergo.

E' stata una giornata particolarmente stressante anche per il gran caldo. Fatto il bucato e trasferiti i files sull'hard-disk portatile potrò finalmente riposare ... ma avrò una sorpresa!

A fine giornata le statistiche del GPS segnano altri 66 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi coperti in 4:30:00.

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